Il lutto: parlarne ai bambini
Ogni persona, ogni famiglia è toccata da un lutto, prima o poi.
Culturalmente, la morte è un tema difficile da affrontare, perché fonte di sofferenza. Ancora di più quando va spiegata ad un bambino.
L’età del bambino, il rapporto con il defunto e l’adulto stesso possono aiutare nell’affrontare il tema.
Tra i 3 e i 5 anni: i bambini faticano a comprendere l’irreversibilità della situazione, percepiscono il cambiamento ma vivono l’assenza simile ad un lungo periodo, un lungo viaggio.
L’età della scuola primaria: comprendono la stabilità della situazione, la difficoltà può essere legata alla gestione e alla regolazione delle emozioni. Le emozioni manifestate possono essere legate sia alla scomparsa della persona che alla paura di perdere altri cari.
Tra i 10 e i 12 anni: i ragazzi comprendono l’irreversibilità della morte.
Le emozioni possono essere nascoste per mostrare agli altri il loro “essere forti” o manifestarsi in modo “bizzarro”, ad esempio con la rabbia.
Ogni lutto ha delle fasi da affrontare: un iniziale momento di confusione; la ricerca della persona; la disorganizzazione data dalla presa di coscienza e la riorganizzazione della vita.
Molti sono i testi che possono aiutare nello spiegare ai bambini cosa sta succedendo.
Da adulti anche questo può essere un momento in cui condividere le proprie emozioni, per fare da specchio ai piccoli.
Ti aiuto a comprendere che si può stare male, se lo dico poi qualcuno mi può aiutare. Inoltre, insieme si è più forti, anche in momenti difficili.
R-Estate Attivi, Servizio di tutoraggio
L’estate è alle porte e con lei le attività di svago e…i compiti delle vacanze!
Ritienete di aver bisogno di aiuto nello svolgimento dei compiti?
Serve una mano nel recupero di materiali o argomenti in particolare?
Oppure c’è la necessità di un supporto per i genitori?
I lunedì ed i mercoledì dalle 8.30 alle 12 presso lo studio sarà possibile prenotare un momento individualizzato.
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Learn MoreEnuresi e encopresi, cosa fare?
Lo spannolinamento è una sfida per ogni bambino e la sua famiglia.
I ritmi ed i tempi sono diversi, a seconda di variabili come: percezione dello stimolo, fastidio nel sentirsi sporchi o bagnati, regolarità.
Enuresi fa riferimento alla minzione e encopresi alle feci.
Le difficoltà nella gestione degli stimoli sono di due tipi, primarie o secondarie.
Enuresi e encopresi primarie sono un mancato raggiungimento nella gestione degli sfinteri a circa 4 – 5 anni.
Enuresi e encopresi secondarie descrivono invece una regressione rispetto un’abilità precedentemente acquisita.
Le cause del tipo secondario sono soprattutto eventi difficili come lutti, separazione dei genitori, maltrattamenti, grossi cambiamenti negli ambiti di vita ecc.
Enuresi e encopresi sono di tipo: diurno, ossia il problema c’è di giorno; notturno ossia il problema c’è prevalentemente durante la notte o entrambe.
Il primo accertamento da fare va ad escludere eventuali problematiche di tipo medico, successivamente si può intervenire a livello psicologico.
Presso lo studio si offrono consulenze psicologiche a genitori, con l’obiettivo di fornire strumenti e tecniche per far raggiungere un controllo di tipo primario e secondario al bambino.
Learn MoreSportello ti ascolto: colloqui psicologici
Da lunedì 3 maggio è possibile prenotare un colloquio psicologico breve.
La durata del colloquio sarà di circa 30 minuti.
Lo sportello è rivolto a ragazzi ed adulti.
Perchè? Per trovare soluzioni a dubbi o piccoli problemi.
Come? In presenza in studio o online via remoto.
Lo sportello psicologico si terrà il LUNEDI’ dalle 16.30.
Si riceve SU APPUNTAMENTO.
Learn MoreCome semplificare un testo – Corso pratico
Come aiutare con Disturbi Specifici dell’Apprendimento o con disabilità intellettiva?
Quali strategie per individuare un metodo di studio efficace?
Come proporre dei materiali fruibili da tutti, indipendentemente dallo stile individuale?
Incontro PRATICO, della durata di 2 ore, rivolto a genitori, insegnanti ed educatori.
Learn MoreCome sviluppare le abilità sociali e le autonomie personali nei bambini
Quando un bambino o un ragazzo ha delle difficoltà, le nozioni teoriche sono importanti.
E’ fondamentale però riuscire a generalizzare nella pratica ciò che apprende sui libri.
Lavorare sulla relazione con gli altri e su autonomie personali permetterà di riuscire non solo a scuola ma anche di avere soddisfazioni nella vita quotidiana.
Learn MoreComunicare con i bambini
Quanto è facile o quanto è difficile comunicare con i bambini?
A volte è necessario dire delle cose che sono difficili da comprendere anche agli adulti: un lutto, un litigio, una malattia da affrontare.
Come possiamo coinvolgere i bambini in questa comunicazione senza turbarli ma rimanendo sempre sinceri con loro?
Learn MoreGestione nella rabbia…negli adulti
Come posso gestire le mie reazioni?
Posso migliorare l’espressione della rabbia o di altre emozioni disfunzionali anche se ormai sono adulto?
Se imparo a gestire le mie emozioni, questo può avere ricadute sul clima famigliare e relazionale?
SOS autismo: cosa possiamo fare con questi bambini?
Le differenze individuali
Ognuno di noi è diverso dagli altri, per caratteristiche fisiche, preferenze e abilità diverse. Questo principio vale per tutti, inclusi per i bambini con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: i bambini autistici. L’Autismo è una sindrome con esordio nella prima infanzia, solitamente tra il 6-7° mese di vita e i 3 anni. Le caratteristiche delle persone autistiche possono riassumersi in tre categorie: difficoltà nelle relazioni sociali e mancanza di empatia, difficoltà nella comunicazione, attività e comportamenti stereotipati.
Quando ci si rapporta a bambini affetti da autismo bisogna prendere in considerazione vari aspetti: l’età, le abilità verbali, le abilità sociali e motorie.
Obiettivi
Dopo aver valutato le abilità del bambino, è utile fissare obiettivi di tipo comunicativo, sociale, motorio che vogliamo raggiungere. Partiamo dalle attività che lo divertono ed è capace di fare (ad esempio, se al bambino piace giocare al pallone possiamo utilizzare questo gioco per stimolare la socializzazione con gli altri bambini).
Coinvolgere il bambino nelle attività è il primo passo per riuscire a creare una relazione con lui. Per fare ciò è necessario che il bambino comprenda quello che gli stiamo proponendo e che l’attività sia adeguata alle sue capacità. È utile fornire stimoli visivi a supporto della comunicazione, che deve essere semplice. Fotografie, immagini e disegni permettono al bambino di capire ciò che gli viene richiesto e di metterlo in pratica. Ad es., possiamo mostrare le foto delle carte del gioco “Uno” dicendo: “Adesso poi giochiamo a Uno”.
Routine e lavori indipendenti
Per non mettere in difficoltà il bambino, bisogna creare una routine delle attività il più possibile fissa, in modo che possa gestire i momenti della quotidianità serenamente. Per aiutarlo ad essere indipendente dall’adulto si possono preparare dei lavori indipendenti che il bambino può fare da solo. Se il nostro obiettivo è allenare la motricità fine, possiamo utilizzare un barattolo con coperchio, fare un foro della forma desiderata e dare al bambino dei materiali come biglie di varie dimensioni o ritagli di spugna da buttare dentro attraverso il foro. Grazie a questo lavoro, potrà allenare l’abilità sentendosi gratificato perché potrà svolgere il compito completamente in autonomia.
Socializzazione e quotidianità
Per quanto riguarda la socializzazione tra pari, si possono fare delle attività di gruppo monitorate da un adulto. L’importante è insegnare individualmente ad ogni bambino quello che verrà proposto in gruppo. Questa modalità può essere utilizzata a scuola con l’insegnante di sostegno e uno o due compagni di classe.
Dopo aver coinvolto il bambino in esercizi impegnativi, è necessario proporre un’attività più leggera, ad esempio ascoltare canzoni che conosce e che gli piacciono.
Con i ragazzini più grandi gli obiettivi e le priorità si modificano; si possono insegnare: la gestione del denaro, l’uso dei servizi presenti sul territorio ecc.
Il lavoro da svolgere con i bambini e ragazzi autistici necessita di tempo e impegno, ma dà molte soddisfazioni, in particolare quando vengono raggiunti piccoli traguardi. L’obiettivo principale è dare loro più strumenti possibili per condurre una vita autonoma.
Spazio ascolto per neo genitori
Spazio ascolto rivolto alle neo mamme e ai neo papà
L’attesa e la nascita di un bambino portano nelle coppie gioia, cambiamenti e talvolta alcuni momenti di difficoltà.
Lo studio psicologico “L’aquilone” offre un servizio di ascolto per coppie o neo-genitori che sentono l’esigenza di un confronto con un professionista durante la gestazione e nei primi 18 mesi di vita del bambino.